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5 modi per trarre vantaggio dall’euro debole
L’impatto più visibile dell’azione della Bce, uno dei principali driver della crescita dei mercati azionari europei nei prossimi 12 mesi, sarà il calo dell’euro non solo verso il dollaro ma tutte le principali valute. Ecco secondo Roland Kaloyan, strategist di Société Générale, settori, paesi e azioni che ne beneficeranno di più.
1)Effetto utili. La debolezza della moneta europea avrà un impatto positivo sugli utili delle società dell’Eurozona. In base alle stime degli analisti, una flessione del 10% del cambio corrisponde, a parità di altri fattori, a un aumento dei profitti del 7%, con conseguenze maggiori per le aziende francesi e olandesi.
2)Lusso e consumi. I settori che traggano i maggiori vantaggi sono quelli con una base di costo in euro e ricavi all’estero (consumi durevoli, lusso, aerospaziale e difesa, beni di investimento), la tecnologia (hardware, semiconduttori) e le industrie legate alle commodity (petrolifera e gas, metalli e mineraria). Al contrario i comparti con l’impatto più ridotto sono i più correlati al mercato interno, come l’immobiliare, la distribuzione alimentare, le costruzioni e le tlc.
3)I titoli da comprare. Scendendo al dettaglio, i titoli che saranno più avvantaggiati e che meritano il rating buy (acquistare) sono Airbus (39 miliardi di euro capitalizzazione), Safran, (21), Michelin (14), Renault (17), Heineken (34), Pernod Ricard (24), Siemens (83), Solvay (10), Kering (20), Aegon (14), Galp Energia (10), Publicis Groupe (12), Reed Elsevier (13), Inditex (68), STMicroelectronics (5), ArcelorMittal (18), Voestalpine (5) e Nokia (25).
4)Meglio le blue chip. Sui titoli a grande capitalizzazione l’effetto della debolezza dell’euro è maggiore rispetto alle small cap, che infatti hanno già cominciato a registrare una performance inferiore. Occorre essere quindi molto selettivi. Gli esperti dell’investment bank francese consigliano Gamesa Corp Tecnologica, Hochtief, Maurel Et Prom, CGG, Lectra, Acerinox, Aperam, Aurubis, Eramet, Ingenico, Teleperformance e Verbund.
5)Quali paesi. Dall’approccio bottom-up è evidente che sono le big cap francesi e olandesi a trarre i maggiori dal calo dell’euro, più di quelle tedesche, come di solito ci si aspetta, a causa della composizione del mercato azionario. Dal confronto infatti risulta che una flessione del 10% della moneta di Eurolandia ha un impatto positivo in media del 9% sulle aziende francesi e del 7% su quelle olandesi, contro il 6% per le tedesche, il 5% per le spagnole e il 4% per le società italiane.